Título : | Diceria dell'Untore | Tipo de documento: | texto impreso | Autores: | Gesualdo Bufalino, Autor | Mención de edición: | 9ª | Editorial: | Palermo [Italia] : Sellerio Editore | Fecha de publicación: | 1986 | Colección: | La Memoria num. 23 | Número de páginas: | 200 p | Dimensiones: | 17 cm | ISBN/ISSN/DL: | 000LI8761 | Idioma : | Italiano (ita) | Clasificación: | :Italiano:Literatura:Lecturas Originales
| Etiquetas: | fugitivo campos concentración prisión bélica drama | Resumen: | Nel 1946, in un sanatorio della Conca d’oro – castello d’Atlante e campo di sterminio – alcuni singolari personaggi, reduci dalla guerra, e presumibilmente inguaribili, duellano debolmente con se stessi e con gli altri, in attesa della morte. Lunghi duelli di gesti e di parole; di parole soprattutto: febbricitanti, tenere, barocche – a gara con il barocco di una terra che ama l’iperbole e l’eccesso. Tema dominante, la morte: e si dirama sottilmente, si mimetizza, si nasconde, svaria, musicalmente riappare. E questo sotto i drappeggi di una scrittura in bilico fra strazio e falsetto, e in uno spazio che è sempre al di qua o al di là della storia – e potrebbe anche simulare un palcoscenico o la nebbia di un sogno...
«Ingegnoso nemico di se stesso», finora sfuggito a ogni tentazione e proposta di pubblicare, uomo, insomma, che ha letto tutti i libri senza cedere a pubblicarne uno suo, Gesualdo Bufalino – professore a Comiso, oggi sessantenne – è con questa Diceria al suo primo libro. Scritta negli anni, come lui dice, «della glaciazione neorealista», questa contemplazione viene alle stampe in un tempo meno gelido, più sciolto e più libero perché sia giustamente apprezzata. |
Diceria dell'Untore [texto impreso] / Gesualdo Bufalino, Autor . - 9ª . - Palermo (Via Siracusa, 50, Italia) : Sellerio Editore, 1986 . - 200 p ; 17 cm. - ( La Memoria; 23) . ISSN : 000LI8761 Idioma : Italiano ( ita) Clasificación: | :Italiano:Literatura:Lecturas Originales
| Etiquetas: | fugitivo campos concentración prisión bélica drama | Resumen: | Nel 1946, in un sanatorio della Conca d’oro – castello d’Atlante e campo di sterminio – alcuni singolari personaggi, reduci dalla guerra, e presumibilmente inguaribili, duellano debolmente con se stessi e con gli altri, in attesa della morte. Lunghi duelli di gesti e di parole; di parole soprattutto: febbricitanti, tenere, barocche – a gara con il barocco di una terra che ama l’iperbole e l’eccesso. Tema dominante, la morte: e si dirama sottilmente, si mimetizza, si nasconde, svaria, musicalmente riappare. E questo sotto i drappeggi di una scrittura in bilico fra strazio e falsetto, e in uno spazio che è sempre al di qua o al di là della storia – e potrebbe anche simulare un palcoscenico o la nebbia di un sogno...
«Ingegnoso nemico di se stesso», finora sfuggito a ogni tentazione e proposta di pubblicare, uomo, insomma, che ha letto tutti i libri senza cedere a pubblicarne uno suo, Gesualdo Bufalino – professore a Comiso, oggi sessantenne – è con questa Diceria al suo primo libro. Scritta negli anni, come lui dice, «della glaciazione neorealista», questa contemplazione viene alle stampe in un tempo meno gelido, più sciolto e più libero perché sia giustamente apprezzata. |
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